martedì 19 marzo 2019

4. Il cielo di Roma è più blu

“Il cielo di Roma è più blu” mi ha detto una volta, prima che io  avessi conosciuto la capitale italiana, una delle mie più care amiche. Lei è poetica, bibliofila, innamorata dell'Italia e sa come citare Bethania* a memoria; è una di quelle persone viscerali fino all'ultimo capello. Per questo motivo, ho trovato mega invitante l'idea di andare in una città con un cielo extra-blu, ma ho mantenuto la sanità mentale e la saggezza di dubitare dei romantici.

Ho fatto bene! Abbassare le aspettative promuove sorprese! Non è che la maledetta aveva ragione? Boh, non lo so se è davvero più blu...  ma che la città dà uno spettacolo di colori la sera, questo non posso negarlo. Gli scettici diranno che è perché le persone qui a San Paolo sono sempre rintanate in degli edifici e che quando usciamo, ci sono grattacieli e monossido di carbonio per tappare la visuale. Preferisco pensare che Roma è magica.

Nelle quattro stagioni la Città Eterna è uno schianto. Dietro ponti e monumenti millenari esplodono combinazioni policromatiche che nessun arcobaleno brasiliano ha mai riprodotto (Sto esagerando. Anche a Foz do Iguaçu è incredibile, ma il blog è di Roma, le farò un marketing...). Il fatto è che è davvero un bel cielo e sono sempre stupita. Avere un cielo fico è così vantaggioso che rende anche il momento di aspettare gli autobus meno angosciante. Roma distribuisce dei regali.

Ma come ho detto nell'ultimo testo, non ci sono guadagni senza perdite, vero? E questa cosa, lei (la mia amica fan del Romanticismo) l'ha omessa. I romantici omettono sempre il lato B della storia per sedurti!

Roma non è solo quella che regala. Roma è la buona madre che nutre e punisce, è lo psicoanalista che ti accoglie e poi ti castra. Roma ti dà tutte le sfumature celesti e poi ti manda il conto. E arriva ... insieme all'autobus:

L'autobus alle sei di sera nel centro di Roma. Sono così meravigliata del tramonto che quasi non lo vedo arrivare. Salgo. Il solito: tutti alzati, tremanti, la gente senza deodorante. È tosta, ma sto bene. Vengo dal Brasile e posso sopportare più di quanto tu possa presentarmi, cara Roma. Bella mia, sai che cos'è il treno a San Paolo? That's what I'm talking about... Quindi rimango tutta contenta e seguo flirtando con le strade che vedo tra le ascelle. Il viaggio continua e comincio a capire che solo io sono ancora "contenta" su quell'autobus. I miei compagni di viaggio sono esaltati (più di quanto gli italiani di solito si esaltino per natura - che è gia un po' troppo!) e il casino inizia. Fra le bestemmie e i vaffan#$% mi concentro sulla pratica dell'ascolto per capire i nativi.

E li capisco! La mia insegnante sarebbe felicissima! Ma io sono perplessa... tutto mi fa pensare che stiamo andando nella direzione sbagliata. Alcuni più ansiosi (e ammiro me stessa per non stare in questa categoria) stanno già iniziando a scendere dall'autobus; non senza prima maledire l'autista. Chiedo a una studentessa schiacciata nello stesso angolo mio se può spiegarmi quello che succede. Molto arrabbiata, la ragazza ringhia un "benvenuta in Italia" e comincia a lamentare la precarietà del sistema di trasporto a Roma, mi racconta che ha già vissuto a Londra e blah, blah, blah ... dice che solo in Italia le cose fanno schifo e che probabilmente hanno cambiato il percorso di quella linea. Sorrido maliziosamente e mi viene voglia di invitarla a fare un viaggetto in Brasile, ma vengo interrotta. Un ragazzo ha un'altra teoria su quello che è successo: "Penso che l'autista abbia sbagliato strada".

Sono scioccata.
Ha sbagliato strada?
Santo Cristo! Qui esiste questa cosa?

Gli altri romani approvano l'ipotesi. "Sì, si sarà confuso. Invece di fare il percorso del 417, sta facendo il 915B *. "

Ragazzi, che ca@#$ state a dì?? Gli autisti di Roma sbagliano strada? Davvero esiste questa cosa qui?

È un po' come se io confondessi la storia della vita di due pazienti! Oppure come se il dottore amputasse la gamba del tizio con l'appendicite! È come se annunciassi un testo sull'aurora boreale e improvvisamente vi sorprendessi con l'economia di transizione del Vietnam!! Come mai l'autista doveva andare a nord e ci sta portando a sud? E lo trovate normale?

È interessante notare che il "condutor de ônibus" in italiano venga chiamato "autista". Non è uno scherzo. Sto pensando molto seriamente a questo termine. Faccio spesso la cretina, ma non ne farei mai l'umorismo, anche perché ho lavorato molto con l'autismo e molti di loro hanno conquistato il mio cuore, li amo per sempre. E anche se non conosco molti conducenti di autobus, non ho nulla contro di loro. E le generalizzazioni sono orribili.

Avendo fatto il paragrafo in mia difesa, vi invito a pensare a questa pazza parola con me. "Autista" ha il prefisso autós di etimologia greca che significa "se stesso" e fu usato dallo psichiatra tedesco Bleuler nel 1908 per riferirsi alla scarsa interazione con altre persone in pazienti schizofrenici. Ovviamente, la lingua italiana non intendeva i disturbi psichiatrici quando ha creato la sua parola "autista" per i guidatori; credo intuitivamente che questo auto sia quello di automobile, alludendo alla nozione di veicolo, macchina. Ok, è abbastanza ovvio. Ma allora che senso ha essere auto? Perché di se stesso?

L'autista non è il cittadino comune che guida l'AUTOmobile, il mobile suo o per se stesso. Questo grande funzionario guida l'ALTERmobile! (alter dal latino "ciò che è l'altro, il non-io", da cui deriva alterità, alter ego, ecc.). In teoria (perché molte cose sono solo nel campo teorico a Roma ... sounds familiar, Brazil?) e solo in teoria, l'autista dovrebbe guidare per il bene collettivo, per il popolo, per il BENE comune (chiaramente non stavamo bene). Quindi, sarebbe estremamente conveniente per noi trasmutare l'auto in alter (Penso anche che nel caso del trattamento dell'autismo - condizione psichica - sia proprio l'alter che può dare un nuovo aspetto, ma questa è un'altra storia ...)

Il fatto è che il tipo che ci ha trasportati quel giorno era più assorbito da se stesso di qualsiasi paziente che abbia mai attraversato la mia storie, e ha aderito fedelmente al termine italiano. Non sapremo mai cosa è successo: se stava deviando una buca (comune nelle città storiche) e ha cambiato rotta, se si è svegliato imbronciato e ha voluto prendere in giro tutti, oppure se il suo stato di egocentrismo era così grande che finora non si è ancora reso conto di aver fatto un casino nella nostra vita quella sera.

Il mio sogno è che tutti i conducenti di Roma (di autobus, macchine, motorini, monopattini) diventino tutti degli alteristi e che possano prestare più attenzione l'uno all'altro. Perché il modo di guidare dei romani è atroce (e sì, ho appena fatto una generalizzazione orribile), ma questo tema merita un capitolo a parte...

Sono arrivata a casa quel giorno un'ora più tardi. Stanca, perplessa, ma sotto un firmamento osceno di tante stelle! Ho sorriso in silenzio. Se parte dell'amore è il dolore, l'altra è il godere...

Eh, amico mio. Non si può avere tutto.  Ora tocca a te. Vuoi una tempesta di neve sull'invidiabile metro di Zurigo? O vuoi il crazybus della città dal cielo blu? Rinunce, cari miei, rinunce ...

Nota curiosa piena d'amore: Il colore blu simboleggia la Giornata mondiale per la consapevolezza dell'autismo, celebrata il 2 aprile. La data è importante per contrassegnare gli sforzi nella lotta per l'inclusione e l'attenzione qualificata ai pazienti con diagnosi di Disturbo dello spettro autistico (ASD).

*Maria Bethânia: Cantante brasiliana nota per i suoi testi lirici e tremendamente romantici;
*915B: Linee immaginarie, non riesco a ricordare i numeri


Quel giorno...

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