lunedì 11 marzo 2019

3. Bisogna amare per non ammalarsi

(ATTENZIONE: Questo testo è eccezionalmente più lungo per la ragione: "me ne sto andando e sono sensibile". Nei prossimi testi sarò più succinta. Lo prometto).

L'anno inizia; il carnevale è finito*. La mia stanza è vuota; le valigie piene. Ho esattamente un mese per salire a bordo dell'aereo e iniziare a chiamare Roma casa mia. Automaticamente (e senza via di fuga) guadagnare l'Italia mi fa perdere la mia madre terra brasiliana. Benvenuti al mio festival di ambivalenze: passo dall'estasi al pianto in un intervallo di poche ore e non è SOLTANTO perchè sono gemelli (prevedo delle battute astrologiche). Il mio inconscio si è messo a funzionare a tutto vapore in un meccanismo compensativo extra-bipolare equazionando il saldo di questa storia. E qualsiasi cosa è un grilletto!

Il vicino nell'ascensore con il suo ordinario "que calor eh?" attiva subito le mie sinapsi super folle che se mettono a gioccare un ping-pong nevrotico:

"Perderò il clima tropicale. Detesto l'inverno"
"Si ma amo la neve"
"Eh, ma dove c'è neve non c'è l'avocado e io non vivo senza avocado"
"Vabbè, non c'è avocado ma c'è sicurezza..."
"È vero, in Europa non ho paura di morire con un proiettile perso"
"Ah, ma ci sta il terrorismo!"
“Si, vabbè, ma subire un attacco terroristico mangiando un gelato non è così brutta come idea. Il gelato italiano è una bontà e qui in Brasile non lo sano fare..."
“Ah, parlando di cibo, chissà se mangierò ancora le lasagne di nonna?"

Vi risparmierò la progessione  della mia masturbazione mentale. In realtà, potrei anche sguazzare in un fango di clonazepam e comunque la questione non si risolverebbe. L'angoscia rimane. 

Freud ha scoperto (molto prima che io comprassi il biglietto e entrassi in stato di ansia maniaco-depressiva) che non possiamo scappare del buco esistenziale. Si può solo toccarlo tangenzialmente. Da sempre. Perdiamo l'utero per guadagnare il mondo. Poi il grembo per guadagnare le gambe. E così avanziamo ... Continuiamo la nostra vita accetando (oppure no) di perdere e di guadagnare; e rimuginando questa matematica psichica come ci conviene. Aprire nuovi cicli richiede lutto.

Da queste parti, vedo un laboratorio interessante: mamma non smette di sottolineare quanto le mancherò, però ha raggiunto il livello avanzato di italiano e ha deciso di arredare magnificamente il suo nuovo appartamento per la prima volta nella vita. Mio fratello probabilmente sentirà il peso e la mancanza di non poter più condividere le delizie e i dolori familiari, ma ha trovato geniale avere una casa a Roma per le vacanze. Lui ama Roma e ha parlato italiano con perfezione un decennio prima di me. Papà oscilla tra aiutarmi con le procedure fiscali del trasloco,  festeggiare il mio coraggio di amare e lamentarsi per la morte della figlia-bambina. E c'è nonna... la mia versione di lutto preferita! Nonna Maria (e il suo sangue caldo spagnolo) ha anche litigato con il mio fidanzato, per cui nutre vero affeto, ma attribuisce la colpa della mia partenza. Nonna reclama ogni settimana per mio trasferimento... e troppo! Senza imbarazzo! Tuttavia ha ricamato sei strofinacci per la mia casa romana. E ha scaricato Skype.

È emozionante vedere la singolare elaborazione di lutto della mia famiglia e dei miei pazienti e di un mondo intero di homo sapiens sapiens. Ciascuno fa quello che può e accetta di fare con le sue risorse. Anche io ho fatto quello che ho potuto...

Se sei un amico mio, un parente, un avocado o anche il sole, sappi che non è stato facile lasciarti.

Ho fatto e rifatto la contabilità del mio cuore mille volte prima di lasciare indietro le migliaia di gioie che mi avete dato. Non avrei mai lasciato il Brasile se non mi fossi innamorata. Mai. Non l'avrei lasciato né per la politica, né per la criminalità, né per il prezzo della benzina, né per niente. Onoro e amo questa terra più di quanto amo i miei gatti (e amo molto i miei gatti).

Ma si dà il caso che io mi sia innamorata. No, no di Roma! La cosa con la città è venuta molto dopo... chi mi ha fatto abbandonare il Brasile è stato il suo contrario. L'aigologia di Roma si è rivelata per me attraverso un gringo con occhi lussureggianti e grande cuore. Un uomo che amo profondamente e che si dà quasi per intero per me. Tanta dedizione sarebbe anche smisurata se non fosse per il suo senso critico, il suo istinto per l'amor proprio e la sua disciplina ammirevole. Un uomo che mi intorpidisce con affetto e libido, eppure costruisce la cornice di cui ha bisogno la mia isteria. Mi rende meno egoista. Lo amo molto.

E quando si ama molto, si diventa immensi di coraggio e la vita coglie l'opportunità di presentarci sfide che mettono in gioco il nostro rapporto io-altro. Essendo vanitosa, ho sempre prevalso troppo sulla relazione speculare tra me e me stessa. Ero piena dei miei pronomi possessivi: io e il mio lavoro, il mio nuoto, la mia meditazione... (notate che essere psicoanalista, nuotare e meditare sono attività molto solitarie - ma il premio di questo insight non è stato mio. È stata solo una bastonata dolorosa dalla mia analista...)

Il "problema" è che Andrea-italiano-passionale-Venere-in-Leone colpiva  il mio egoismo giorno dopo giorno invitandomi ad una vita intensa per due: impegnativa, piena di rinunce... però una festa di vitalità e giubilo. Era amore in una forma che non conoscevo prima. Petulante nel modo in cui solo lui sa come essere, il mio gringo mi invitava a non relazionarmi più al mio ego e ai miei possessivi, ma a rompere lo specchio di Narciso e  ad aprirmi all'altro. Con tutte le implicazioni e le difficoltà che ciò richiedeva.

Nel 1914, nell'Introduzione al Narcisismo, Freud afferma: "Alla fine, bisogna amare per non ammalarsi". Con due significanti "Lieben und Arbeiten", Freud condensa l'esistenza umana: l'amore ci tiene investiti libidinosamente, il lavoro ci dà un posto nel tessuto sociale.

Continuare in Brasile tradirebbe il mio desiderio e non perdono l'auto-tradimento. L'auto-tradimento ti fa star male.

Ed è qui che ho preso la mia decisione. Senza muovermi, ho realizzato che la bilancia pendeva sopratutto su un lato e ho capito che potrei tessere nuovamente la mia sfera sociale in Italia. Tuttavia, non potevo vivere a San Paolo senza amore. Si paga un prezzo molto alto per non vivere, per non amare.

A quelli che lascio, offro un altro po' di Freud. Il padre della psicoanalisi ha detto che dietro qualcosa di terminabile c'è sempre uno sfondo interminabile. E quindi, cari miei, seguo i nostri interminabili... li porto nel mio cuore, perché tanta ricchezza non si adatta ai 23 kg di bagaglio. Così sono più leggera ... piena di gratitudine, entusiasmo e un po' di dolore. Ma io vado ... Bisogna amare per non ammalarsi.

*L'anno inizia; il carnevale è finito: in Brasile si dice che l'anno inizia soltanto dopo il Carnavale.



Ricamo by @broderiepourlavie

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