sabato 16 febbraio 2019

0. Aigologia (versione italiana)

Aigologia? Ma che ca... di nome è? 


Nessuno ha ancora avuto il coraggio di chiedermelo: ho degli amici carini e gentili. E motivanti. Hanno preferito incentivare la mia audacia nel buttarmi in un progetto nuovo invece di indagare sul perchè caspita avevo scelto un nome così brutto. Una parola inesistente! Un neologismo (mettiamoci un pizzico di charme guimarãense* perchè suona fico). Sì, mi piacciono i neologismi. Quando stavamo tutte frenetiche alle Superiore, le mie amiche già pensavano a festeggiare a Porto Seguro* nelle vacanze. Vabbè, anch’io ci sono andata, ma non prima di leggere tutta la bibliografia che il Vestibular* richiedeva. E ho amato Sagarana*. Fino ad ora lo amo. 

Tutto ciò per dire che ho quasi provato un brivido quando ho scoperto che qualcuno (non si sa chi) aveva inventato un termine per designare lo studio dei palindromi. I palindromi tu li conosci, ne sono sicura. “Aceto nell'enoteca”, “O tra poco parto” e la mia preferita “Amore Roma”*. 

Cioè, quando la proposizione o la parola indossano la stessa sentenza all’inverso. Ed ecco che un genio decise di creare un termine per questo studio (logia) che fosse esso stesso un palindromo. E così nacque l’aligologia.

L’aligologia, a differenza dei palindromi, non esige che il ritorno sia uguale. Alla fine, nella vita non lo è mai. L’aligologia è il puro esercizio - e l’arte - di percorrere i regressi. Di tornare per la stessa strada. E vedere quello che ci si trova… A volte il ritorno è la riproduzione dell’andata, a volte non è niente di che. E alcune rare e preziose volte possono articolare dei nuovi significati. Delle nuove promesse di contenuti espressi dalla stessa forma… Non è fichissimo??? (mi vengono in mente i miei amici e parenti ingegneri guardandomi attoniti, ma io comunque seguo…)

Annuncio subito che sono romantica, innamorata delle lingue e studio la psicoanalisi lacaniana. Non ho potuto resistere a questo invito linguistico!

E quindi è deciso: Aigologia! Ho pensato di farmi anch’io un neo-neologismo (l’ho appena fatto!) e creare la parola “aigiligia”. Sarebbe stato ancora più meraviglioso, perchè è sempre un palindromo e in più contiene il mio nome! Ma mi sono trattenuta… ho fatto molti anni di analisi e sono sufficientemente avvertita del mio narcisismo per non fare questa figuraccia (Sarà sufficiente abbastanza?)

Tornando al palindromo dei palindromi “Amore Roma”, predico già in questo primo testo che sarà su questo campo che ci concentreremo. Molti prima di me sono già stati affascinati dallo sdoppiamento del segno “Roma”, tanti si sono già affezionati alla Città Eterna e diversi hanno avuto i loro “va e viene” con la capitale italiana. Tuttavia questo angolino è sui miei “va e viene”. Roma si è presentata nella mia biografia con tutta la complessità che soltanto il suo specchio Amor è in grado di causare. Per questa ragione, queste cronache conterranno gioia, umorismo, tristezza, rabbia, estasi, desiderio, dolore ... e amore. Faccio della scrittura il mio tragitto di molteplici sensi e elaborazioni psichiche. 

Chi vuole accompagnarmi sarà più che bem-vindo! Avanti! Entrate dall'inizio o dal retro al fronte. Roma è amore in tutte le direzioni.

*Guimarãense: Guimarães Rosa fu un famoso scrittore brasiliano che aveva come marchio l'uso dei neologismi;
*Porto Seguro: Città di Bahia, stato brasiliano conosciuto per le feste e per il Carnevale;
*Vestibular: Equivalente all’esame di maturità;
*Sagarana: Capolavoro di Guimarães Rosa;
*Originalmente: “ Socorram-me, subi no ônibus em Marrocos”, “A base do teto desaba” e a minha preferida: “Roma me tem amor”.



Foto do Dondeando Por Aí 



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